Cutro, il teatro per ricordare: “A(r)mo” sul palco a Reggio

Prosegue la rassegna teatrale “Oltre i Confini: Voci di Resistenza e Speranza, Storie di Lotta e Solidarietà ”, promossa dalla Fondazione Girolamo Tripodi, un ciclo di rappresentazioni che affrontano temi legati alla guerra, alla giustizia sociale, ai diritti delle donne, alle migrazioni, fino alla figura di Emilio Argiroffi e alla questione palestinese.
Il prossimo appuntamento è in programma per mercoledì 26 febbraio 2025 alle 18:30 presso il Cine Teatro Metropolitano di Reggio Calabria con “A(r)mo”, scritto da Tiziana Bianca Calabrò, per la regia di Basilio Musolino, interpretato da Renata Falcone.

La strage di Cutro e la necessità di non dimenticare
Lo spettacolo nasce dalla volontà di ricordare il naufragio di Cutro, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, quando un caicco partito dalla Turchia, con a bordo quasi duecento persone, si è spezzato sugli scogli a pochi metri dalla riva, cancellando vite e speranze di chi inseguiva un futuro diverso. Tra le vittime di quella tragedia, Maida, una ragazza afghana di sedici anni, che poco prima di morire aveva scritto alla sua famiglia: «Vedo le luci, vedo la terra! Il capitano ci ha detto che tra un’ora arriveremo in Italia». Il mare ha restituito novantaquattro corpi, tra cui trentacinque bambini, ma il numero dei dispersi rimane incerto.
Nel secondo anniversario di quella strage, la Fondazione Girolamo Tripodi ha scelto di proporre “A(r)mo” per continuare a mantenere viva la memoria di quella notte, chiedere verità e giustizia, e ribadire la necessità di una politica di soccorso, accoglienza e asilo che possa prevenire nuove tragedie.

Armo, il cimitero che custodisce il dolore del mare
Il titolo “A(r)mo” richiama più significati. Il primo è legato ad Armo, una frazione di Reggio Calabria, che dal giugno 2022 ospita un’area del cimitero riservata ai migranti morti in mare. Un luogo silenzioso che accoglie le salme di quarantacinque persone sbarcate senza vita a Reggio Calabria nel maggio 2016, restituendo loro una dignità che il mare aveva negato. Ma “A(r)mo” contiene anche la radice del verbo amare, perché al centro della storia vi è Carmen, una donna del Sud che porta nel cuore il dolore di chi ha perso qualcuno in mare, sentendosi parte di un destino che accomuna molte vite spezzate prima del tempo.

La storia di Carmen, tra perdita e resistenza
La protagonista, interpretata da Renata Falcone, è una donna forte, capace di affrontare la vita senza arretrare di fronte alle difficoltà . Il suo vissuto si lega al dramma di chi parte senza poter tornare. Il suo grande amore, Carlo Alberto, è morto in America in un incidente in miniera, lasciandole il rimpianto di un addio mai concesso. Carmen sente sulla propria pelle il dolore di chi, dall’Africa o dall’Asia, rimane in attesa di notizie sui propri cari, spesso senza ottenere risposte. Non ha un corpo su cui piangere, come le madri che non ricevono più telefonate dai figli partiti in cerca di salvezza. Nella sua solitudine, accoglie simbolicamente il lutto di chi ha perso qualcuno in mare, rendendolo parte del proprio dolore. Intorno a lei si muovono le voci del paese: le comari, con le loro dicerie e la loro saggezza popolare, e i nullafacenti, che osservano il mondo con la distanza di chi resta ai margini della vita.
La scenografia, essenziale e priva di orpelli, si trasforma in un elemento narrativo, creando spazi che si riempiono di significati attraverso le azioni della protagonista. Il colore ambra domina l’intera rappresentazione, evocando la luce che nei pomeriggi assolati illumina il cimitero di Armo e il paesaggio desertico che richiama le terre lontane da cui partono i migranti.

Un racconto di memoria e dolore
“A(r)mo” è una storia di perdita, ma anche una narrazione che attraversa il tempo ei luoghi, mettendo in relazione chi ha vissuto il dolore della separazione con chi continua a subirlo. La rassegna “Oltre i Confini” prosegue il suo percorso tra storie di resistenza e speranza, portando in scena il ricordo di chi non c’è più, e la voce di chi resta e continua a credere nella necessità della memoria, della giustizia e della solidarietà .
(Da.Ma.) info@meravigliedicalabria.it
Foto di Marco Costantino