E se il riso calabrese lo piantassimo in Cina? Ci prova il Magisa di Villapiana

Portare una cultivar di riso calabrese in Cina e aprire la prima risotteria italiana nella provincia di Jiangsu è l’obiettivo delle sorelle Maria, Giusi e Sara Praino, ideatrici del marchio Magisa. La loro azienda della Piana di Sibari punta a costruire un ponte con l’Oriente sperimentando la coltivazione di una varietà da risotto su terreni molto diversi da quelli calabresi. «Il nostro progetto mira a creare una filiera corta anche in Cina, dalla semina alla trasformazione, per arrivare a un format gastronomico ispirato alla cucina mediterranea» racconta ad Adnkronos/Labitalia Sara Praino.


L’idea nasce dall’osservazione del mercato cinese, dove il riso è un alimento centrale ma viene consumato quasi esclusivamente nella versione pilaf, un chicco amidoso lontano dalle varietà italiane. Magisa vuole introdurre un modello diverso, portando in Cina non solo un prodotto, ma anche un modo di cucinare e raccontare il riso. La sperimentazione prevista nella provincia di Jiangsu servirà a capire come una cultivar da risotto possa adattarsi a un ambiente agricolo nuovo, mantenendo qualità e resa.


L’azienda coltiva riso dal 2020 su 400 ettari di risaie a Villapiana, recuperando una tradizione storica della Piana di Sibari. Il terreno salino e le acque cristalline del torrente Raganello permettono una coltivazione che non richiede pesticidi né concimazioni chimiche. Qui la semina avviene con il sistema a inondazione corrente, una pratica che assicura un ciclo di crescita naturale e costante da aprile a novembre. E poi, le risaie, sono uno degli habitat elettivi della Cicogna bianca che qui nidifica, e di molte altre specie legate agli ambienti umidi. Questi sono solo alcuni punti di forza della filiera Magisa, che rappresenta l’unica realtà del Centro-Sud a gestire l’intero processo produttivo, dalla coltivazione alla trasformazione.


A un passo dal mare si producono varietà come Carnaroli, Arborio, Originario, Grandi Chicchi, la cultivar aromatica Gange, il Carnaroli integrale, il Rosso Solitario e la Jemma, un riso nero brevettato dopo dieci anni di studi della famiglia Praino con Gian Domenico Polenghi. Il marchio è presente anche all’estero, in particolare in Germania, Francia, Emirati Arabi e Stati Uniti, oltre che nella grande distribuzione italiana.




«Il mercato soffre per l’ingresso di prodotti esteri presentati come similari alle cultivar italiane, e questo penalizza chi investe nella qualità» osserva ancora Sara Praino. L’azienda è guidata dalle tre sorelle insieme al padre Giancarlo, con una divisione dei compiti che segue il percorso professionale di ciascuna. «Negli ultimi anni la Regione sta accompagnando meglio le realtà che innovano e investono» aggiunge.

La prospettiva cinese rappresenta ora la sfida più ambiziosa. Significa verificare se un riso nato nella Piana di Sibari possa mettere radici dall’altra parte del mondo e aprire nuovi scenari produttivi e commerciali che potrebbero ampliare la presenza commerciale dell’azienda, ma aprire anche un capitolo nuovo per l’intera Piana di Sibari.
(Da.Ma.) info@meravifliedicalabria.it
Credits foto: Maria Corrado, Ernesto Napolitano, Roberto Santopaolo, risomagisa.it


