Metti una domenica tra gli ulivi, nel Parco Archeologico dell’antica Medma

Ai giorni di festa, com’è quello della domenica, si possono riservare non poche dediche. Il territorio regionale offre diverse possibilità, perché la Calabria, d’autunno e d’inverno, è un luogo che converte la dispersione, riesce a coniugare spazi aperti e chiusi, creando armonie in cui sperimentare percorsi che possono mettere insieme storia, arte e natura. Ne è esempio quel Parco Archeologico dell’antica Medma: è costituito da una grande distesa di ulivi che si estende alle spalle dell’omonimo Museo, a Rosarno. Corrisponde alle aree sacre del Calderazzo e S.Anna, di nuovo in luce anche attraverso le campagne di scavi di Paolo Orsi nel corso delle quali vennero fuori una serie di reperti che illustrano l’abitato medmeo e zone artigianali con presenza di pozzi e fornaci. Nel parco archeologico è il Museo di Medma, che espone una gran parte degli oggetti rinvenuti: l’esposizione ha inizio nella ricostruzione della necropoli, delle tombe alla cappuccina, a cassa di embrici, a vasca, ricche di oggetti. Splendidi gli esemplari della coroplastica medmea, statuette di varie dimensioni e fogge, busti, grandi maschere, criofori, poi vasi ed armi in ferro rinvenuti nell’area sacra di Calderazzo.



Una rassegna archeologica che impone una riflessione più marcata davanti alla copia di un altare in terracotta (arula) che ha grandi dimensioni, e in rilievo i personaggi della tragedia di Sofocle, che rappresenta la vicenda di Tyrò: lei è una giovane donna, figlia del Re Salmoneo ritratta con i figli Pelia e Neleo che, per vendicare la madre, hanno appena ucciso la matrigna Sidero che giace esamine ai piedi di un altare. Il vecchio Re Salmoneo fugge disperato davanti all’orrore.

L’esposizione si conclude con i materiali provenienti dall’abitato: ci sono un modello di fontana rituale in terracotta, oggetti provenienti dalla collezione privata Giovanni Gangemi, donata allo Stato, e costituita da pregevoli vasi sia a figure nere che a figure rosse tra cui un’anfora con scene della lotta per la conquista delle armi di Achille. Tutto il resto avvien e fuori, tra gli ulivi e una natura senza tempo.
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