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Dai monasteri ai cocktail, amari calabresi da successo mondiale

Dai monasteri ai cocktail, amari calabresi da successo mondiale

Se la Calabria fosse un liquore, certamente sarebbe un amaro. E, in generale, anche l’Italia lo sarebbe, perché gli amari sono i liquori che (insieme al vino, per carità!) meglio rappresentano la cultura italiana del bere, con un gusto che racconta qualcosa di molto, molto antico. Dai vini aromatizzati degli antichi romani alle ricette custodite nei monasteri medievali, fino ai bitter che oggi si consumano come aperitivo, “amaro” è un termine esclusivamente italiano che definisce una categoria unica di liquori alle erbe. Non sorprende, quindi, che questo patrimonio abbia conquistato i bar internazionali dove gli amari sono passati dal retro dei banconi alla ribalta delle liste cocktail più prestigiose. Se è vero quindi che l’Italia ha una mappa degli amari che racconta storie di montagna, monasteri e, a volte, anche di briganti, una regione che negli anni è cresciuta in termini di varietà e quantità di produzione è senza dubbio la Calabria, che segna un vero rinascimento nel settore. La sua forza risiede nella biodiversità unica perché abbraccia quasi tutte le fasce fitoclimatiche e ha una sua definita tradizione erboristica.

A testimonianza di questa energia c’è l’incredibile palmarès conquistato, da un po’ di anni a questa parte, dai produttori calabresi in ogni manifestazione nazionale e internazionale, così come nell’ultima edizione, la 26ª, dello Spirits Selection che si è tenuta a Renhuai in Cina, sotto l’egida del Concours Mondial de Bruxelles. Qui i produttori calabresi hanno dimostrato la loro eccellenza conquistando sette premi, due medaglie d’oro e cinque d’argento.

Il primo oro è andato all’Eremita – Amaro di Corazzo. Creato dal Liquorificio Gentile, questo amaro è prodotto all’interno di una filiera totalmente calabrese, con una selezione di ventuno erbe che nascono sul territorio che circonda la storica Abbazia di Corazzo dove visse e produsse le sue opere l’abate florense, Gioacchino da Fiore. Le sue note balsamiche derivano da botaniche come santoreggia, melissa e menta, bilanciate da scorze di agrumi e accenti speziati.
La seconda medaglia d’oro l’ha conquistata lo storico Amaro Silano, prodotto dal Liquorificio 1864, che combina erbe selvatiche della Sila, tra cui genziana, achillea e assenzio, con una base di scorze di agrumi che ne esaltano la freschezza. Il profumo evoca i boschi montani, mentre il sapore si sviluppa in un equilibrio tra amaricante e dolcezza.

Le medaglie d’argento, invece, sono state assegnate a Amaro Eroico Riserva 2021, prodotto da Essenza Mediterranea, che è un tributo alla biodiversità calabrese. Include 22 essenze, tra cui bergamotto, salvia, ginepro e origano, dando origine a un profilo aromatico complesso e persistente; Amaro Sprint, prodotto dalla Distilleria F.lli Caffo, è una miscela di radici di rabarbaro, scorze d’arancia e liquirizia, che conferiscono al liquore un gusto intenso e speziato, ideale da degustare liscio e come base per cocktail. Medaglie d’argento anche per il Vermouth Giacobini Rosso 2022. Prodotto ancora da Essenza Mediterranea di Altomonte, ha il vino rosso Dattilo Ceraudo come ingrediente principale, ottenuto da gaglioppo. Un concentrato di Mediterraneo dato da assenzio, foglie di ulivo, carciofo, cardo selvatico, alloro, eucalipto, liquirizia, mandarino, arancia e limetta di Calabria ottenuto dalla lavorazione di materie prime da agricoltura biologica; Joachim – L’Amaro del Profeta 2023, creato dal Liquorificio Sila, anche questo fatto di ingredienti autoctoni come finocchietto selvatico, mirto e timo che restituiscono note resinate e floreali; infine Joachim Liquirizia 2024, prodotto sempre dal Liquorificio Sila. Il gusto intenso e autentico della liquirizia calabrese è esaltato da accenti di menta e anice che danno freschezza e profondità.

In questi giorni, la Calabria è anche protagonista al SIGEP di Rimini, il Salone dedicato a gelateria, pasticceria, panificazione, caffè e arte del dolce. Per la prima volta, un ampio spazio è stato riservato alle eccellenze artigianali della regione, tra cui gli amari e i liquori. Qui ogni azienda porta con sé anche la sua storia come quella dell’Amaro 30 Nodi, che nasce da un’antica ricetta dei nobili di Belvedere Marittimo. È prodotto da giovani sottratti alla microcriminalità e integrati in un contesto lavorativo, sociale e umano di valore, in una bella iniziativa inclusiva, voluta dall’A.I.A.S. di Cetraro e dal Laboratorio delle Antiche Tradizioni Sapori&Saperi; l’Amaro Kephas, l’amaro digestivo grecanico con marchio De.C.O, è prodotto a Bova Marina dai titolari dell’Agriturismo di Petru I’Ntoni; poi, ancora il Green Bitter al Cedro, prodotto artigianale della fabbrica di liquori Aulicino. È un liquore unico nel suo genere, lavorato con un mix di erbe aromatiche che esaltano il gusto del cedro ed e risulta speciale per la preparazione di cocktail tra cui lo Spritz al Cedro; infine lo storico Borsci San Marzano realizzato dalla calabrese Caffo, un must nel consumo puro, ma anche per arricchire dessert e preparazioni dolciarie.

Erbe officinali, agrumi unici e ricette segretissime costituiscono la base di un successo fatto di sincerità del lavoro e della qualità dei prodotti finali, e della capacità di raccontare un territorio ancora poco conosciuto fino a qualche anno fa. È infatti proprio attraverso semplici sorsi che i piccoli artigiani e gli imprenditori del settore sono riusciti a spiegare il carattere di una terra fatta anche di forti contrasti. Ecco perché se la Calabria fosse un liquore sarebbe un amaro: nessun prodotto come questo riesce a tessere un racconto così ampio fatto di agrumi, erbe e piante profumate che crescono tra le montagne e le coste. Vere armonie di terroir.

di Daniela Malatacca (info@meravigliedicalabria.it)

Foto ©Concours Mondial de Bruxelles

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